La testimonianza nel mondo

AFFRESCHI SINODALI/5

Affreschi sinodali /5.
Nella testimonianza nel mondo si esprime la concretezza della profezia

La forza di duecentocinquanta voci narranti

 

Evitare l’effetto – valanga.  “Evitare l’effetto-valanga come se questo percorso dovesse mettere in moto meccanismi complicati e pesanti, gravando ulteriormente sulle già fragili spalle delle nostre comunità cristiane e dei loro pastori. Ovviamente è inevitabile e auspicabile che qualcosa di nuovo si attivi e si tratta soprattutto dei gruppi sinodali sparsi sul territorio; ma in fondo la nostra Chiesa non si concentra solo canoniche, nei luoghi di culto e nelle strutture adiacenti; si estende anzi dovunque la gente vive, lavora, abita si muove. Sarebbe importante anche dopo questo primo biennio (2021-22 – 2022-23), conservare l’esperienza dei gruppi sinodali (…) in modo che l’evento straordinario come auspicato da tutti, diventi sempre più stile ordinario delle nostre Chiese”. Un pensiero colto all’assemblea generale della Cei (22-25 novembre) dedicata al cammino sinodale delle Chiese in Italia: un pensiero che conferma il cammino diocesano e suggerisce una scelta per continuarlo.

Una forza narrante. Incontro, sempre con piacere, persone con le quali la conversazione sul Sinodo si apre. “In parrocchia non se ne parla molto”. “A chi può interessare il Sinodo?”. Quando vengono meno i racconti si spengono anche le domande. Come può interessare il Sinodo se non è raccontato oppure è raccontato come se fosse qualcosa di astratto, di lontano, qualcosa da concludere velocemente? Ho passato in rassegna diversi bollettini parrocchiali per cogliere piccoli cenni sinodali: ho trovato poche righe e molti spazi bianchi. Non è così per il settimanale diocesano pronto a raccontare i passi sinodali ma quando la curiosità mi spinge a chiedere all’interlocutore se legge gli articoli e le note sul Sinodo vengo sorpreso da risposte evasive. Eppure è importante fare del Sinodo una narrazione: è una pagina della nostra storia che dall’Alta Valtellina alle Valli Varesine può contare su duecentocinquanta voci narranti

Colori che mancano. Guardando il Sinodo come si guarda ai quadri di un’esposizione ci si accorge che ce n’è uno con un lievissimo e quasi invisibile tratto di colore. Ci si avvicina per capire e si scopre che rappresenta la partecipazione dei giovani: circa una ventina.  Nei prossimi lavori sinodali si rifletterà sul loro sentirsi parte della Chiesa. In verità una loro presenza si dispiega in mille esperienze ritmate da linguaggi, dialoghi, momenti di preghiera, gesti di carità, confronti culturali. Allora quel quadro senza o con pochi colori attira ancor più l’attenzione, è un punto interrogativo su una storia comune fatta di cammini diversi perché diverse sono le età ma non separati perché non separate sono le età. Cosa ne è del dialogo tra generazioni, come rigenerare la comunità attraverso questo dialogo? Quale nuovo inizio per un percorso ecclesiale in cui i giovani e adulti si ritrovino gareggiando nello stimarsi a vicenda?  Davanti al quadro per ora con pochi colori ci si sente provocati e ancor più stimolati a cercare e a trovare i colori per un grande affresco.

Profeti in questo tempo. Si continua il lavoro nei circoli territoriali in presenza e a distanza. Il ritorno del contagio con il suo carico di timore e preoccupazione tiene vigili ma non arresta il cammino. Il Sinodo prosegue con la consapevolezza che pensare il futuro della nostra Chiesa in un tempo di incertezza e preoccupazione è in sé stesso un segno di speranza e di fiducia. I circoli territoriali stanno concentrando il loro discernimento sul tema della testimonianza nel mondo. E qui il tema della profezia si fa sempre più concretezza. Cosa significa essere profeti se non parlare all’uomo con le parole, i silenzi, i gesti, la tenerezza di Dio? E non è questo il volto di una Chiesa che sta con amore tra la gente e, in fedeltà alla sua storia, sta scrivendo nuove pagine guidata e illuminata dallo Spirito? Anche questo è un tempo favorevole per testimoniare, per annunciare, per dare la parola alla Misericordia di Dio.

Paolo Bustaffa

(pubblicato sul nr. 46 de “Il Settimanale della Diocesi di Como” del 9 dicembre 2021)

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