I volti della maturità ecclesiale

AFFRESCHI SINODALI/6

Affreschi sinodali /6.
Il cammino sta per entrare nella stagione conclusiva

I volti della maturità ecclesiale

È sempre un nuovo inizio – Il Sinodo diocesano non è lontano dalla conclusione … sempre che il contagio non costringa a modificare il programma. Ci sono alcune tappe importanti prima di mettere nelle mani del vescovo Oscar le riflessioni e le proposte condivise nel tempo dell’ascolto, della narrazione e del discernimento. La parola “fine” sarà per un evento che va oltre sé stesso e apre un altro percorso. C’è “un nuovo inizio” che, dall’esterno e dall’interno, bussa alla porta della Chiesa.

Con il passo degli umili – Entro fine aprile dovranno essere inviate alla segreteria del cammino sinodale della Chiesa in Italia le sintesi delle narrazioni delle diocesi: saranno il frutto dell’ascolto del territorio con le sue fatiche, le sue attese le sue speranze. All’appuntamento ci sarà anche la nostra diocesi che in questi anni ha visto progressivamente crescere nel soffio dello Spirito una maturità sinodale umile, dignitosa, generatrice di pensieri, parole e fatti di Vangelo.  Sono 250 i sinodali che sono sul cammino e questo è un segno che incoraggia e sostiene il camminare insieme per servire insieme. Si è inaugurato e si rafforzerà uno stile che, grazie al soffio dello Spirito, ha reso e renderà profetiche le scelte, piccole o grandi, di ogni giorno.  Sono scelte di maturità ecclesiale che gli umili hanno compiuto e stanno compiendo con l’ascolto e l’accoglienza dei più fragili, con la preghiera nelle case e nelle chiese, con la passione per una comunità che si apre e si affianca ai cercatori di senso e ai mendicanti della Verità.

Servi della sinodalità – Ciò che sta emergendo negli incontri per il cammino sinodale della Chiesa in Italia sono il desiderio e la volontà di impostare il percorso così come papa Francesco e i vescovi italiani hanno indicato e indicano. Per questa avventura ecclesiale “si cercano uomini e donne che non cerchino un titolo di onore ma piuttosto condizioni propizie per servire. Si dovrebbero chiamare ‘servi della sinodalità. Si cercano uomini e donne che siano consapevoli di avere bisogno di conversione e di formazione (…) Si cercano uomini e donne che siano disposti all’impegno del pensare e alla franchezza del parlare, alla perseveranza nella preghiera e alla responsabilità nella decisione. Si cercano uomini e donne che siano onorati di chiamarsi servi”.   Si possono scorgere anche negli affreschi del nostro Sinodo i volti di questi uomini e di queste donne.

Diversi ma non separati – È naturale e importante che molte esperienze pastorali crescano sul territorio, anche con il sostegno e l’indirizzo di competenze diocesane. È un segno da accogliere con grande favore. Sorge tuttavia la domanda su come queste esperienze possano meglio connettersi con il cammino sinodale. L’impressione è che a volte i cammini corrano il rischio di ignorarsi o di benignamente sottovalutarsi. Dal Sinodo viene l’invito a evitare che le diversità si riducano, anche involontariamente, a separatezze. Non c’è dubbio che a situazioni specifiche occorra dedicare altrettanto specifiche attenzioni e programmazioni. Una comunicazione tra i diversi ambiti è allora da ricercare perché lo stile sinodale sperimentato con fiducia non venga messo in dubbio da sterili separatezze. Occorre sempre che la conversione del cuore sostenga quella pastorale.

Quel partire dal basso… – Ricorre nel parlare e nello scrivere del Sinodo un monito: “si parta dal basso”. L’espressione torna spesso, è apparsa anche come titolo di pubblicazioni e lo stesso papa Francesco la usa sovente. Dunque, nulla di strano o di fuori posto: solo è necessario un briciolo di chiarezza. Nel linguaggio ecclesiale “dal basso” non indica distanze, lontananze, gradini, livelli. È un’espressione che richiamando una postura interiore vede tutti i battezzati – proprio tutti – in ascolto dello Spirito, in ascolto reciproco, in ascolto di quanti né estranei né disattenti sono ai bordi della comunità cristiana. Il Sinodo diocesano ha reso e rende concreta l’espressione “partire dal basso”, lo testimoniano i Circoli territoriali impegnati in un cammino di popolo e nel cammino del popolo di Dio il totalmente basso e il totalmente alto si tengono per mano, si sostengono a vicenda.

Paolo Bustaffa

(pubblicato sul nr. 1 de “Il Settimanale della Diocesi di Como” del 6 gennaio 2022)

Affreschi sinodali 6