La lettera di annuncio dell'XI Sinodo della Chiesa di Como

Il Vescovo Oscar Cantoni annuncia l’indizione di un nuovo Sinodo diocesano

“La festività odierna, in cui la città di Como e l’intera diocesi fanno memoria solenne del loro patrono principale, è l’occasione più opportuna per annunciare la scelta di un Sinodo che, dopo congrua preparazione, avremo modo di celebrare insieme, con grande impegno e spirito di comunione, secondo le modalità che verranno in seguito precisate”. Lo scrive il vescovo di Como, mons. Oscar Catoni, nella lettera di indizione del Sinodo diocesano che è stata distribuita oggi durante il pontificale per la solennità di sant’Abbondio. “Questo impegno di riflessione, ricerca, confronto con la Parola di Dio (accolta, meditata e pregata), unito a uno schietto scambio fraterno – spiega mons. Cantoni – può sfociare ora in una ricca e significativa esperienza di fede e di comunione, che si identifica in un Sinodo diocesano. Accolto come una voce imperiosa e improrogabile dello Spirito Santo, indicherà le linee operative che possono suscitare nella nostra Chiesa di Como maggiore docilità agli appelli di Dio, e nello stesso tempo, una rinnovata fedeltà creativa, che vada incontro alle esigenze degli uomini di oggi, che si attendono, dalla testimonianza corale della Chiesa madre, una nuova vicinanza, attenta, premurosa e solidale, caratterizzata proprio dalle opere di Misericordia”. Come strumento di preparazione il vescovo, oltre alla lettera di indizione, ha diffuso il documento “Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio”, che sarà oggetto di preghiera, riflessione e approfondimento all’interno di comunità, gruppi, movimenti, associazioni e famiglie. “Nel testo – conclude mons. Cantoni – tuttavia, non sono state offerte di proposito indicazioni operative, ma solo suscitati interrogativi, che stimolano la presa di coscienza comune e permettono di lasciar emergere, da un confronto sereno, le applicazioni più opportune, perché la misericordia informi tutto l’essere e l’agire della nostra vita personale e delle nostre comunità cristiane, là dove noi ci manifestiamo come famiglia, viviamo la vocazione a figli e fratelli”.

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