Il cammino silenzioso e paziente del Sinodo in questo periodo di pandemia

Guardare all’XI Sinodo diocesano è come volgere lo sguardo verso un cantiere aperto. “Per questo il primo pensiero che si affaccia alla mente per descrivere l’attuale situazione è: ‘stiamo lavorando per voi'”. La riflessione è di don Stefano Cadenazzi, segretario generale del Sinodo della Diocesi di Como. Nonostante le difficoltà, la pandemia, il Sinodo prosegue: “Stiamo analizzando le indicazioni giunte dal confronto all’interno dei Circoli territoriali – spiega ancora don Cadenazzi ricordano che, nei giorni scorsi, è tornato a riunirsi il Consiglio di presidenza – dopo la scelta, pienamente condivisa nell’Assemblea generale di settembre, di essenzializzare il lavoro, concentrandoci sulla prospettiva della misericordia all’interno della vita della comunità cristiana, tema che tiene insieme anche tutti gli altri ambiti sinodali: famiglia, giovani, presbiteri, poveri”. A distanza o in presenza, insomma, il cammino prosegue, confortati anche dalle recenti parole pronunciate da Papa Francesco lo scorso 30 gennaio ai catechisti italiani ricevuti in udienza: “La Chiesa italiana – ha sollecitato il pontefice – deve tornare al Convegno di Firenze e deve cominciare un processo di Sinodo nazionale, comunità per comunità, diocesi per diocesi… Nel Convegno di Firenze c’è proprio l’indizione della strada da fare in questo Sinodo. Adesso è tempo di riprenderlo e di cominciare a camminare”. La Chiesa di Como, dunque, ha saputo cogliere l’intuizione del Santo Padre. “Nessuno nasconde quanto sia complesso il tempo che stiamo vivendo e quanto influisca sulla vita delle nostre comunità. Sinodo compreso – afferma ancora don Stefano – ma quello fatto è un cammino prezioso, che ci ha restituito una fotografia della diocesi e delle sue aspettative. Quello che conta di più è l’acquisizione di un metodo di lavoro, quello sinodale, che significa fare discernimento, mettersi a confronto, per poi camminare insieme, tenendo conto delle trasformazioni che stiamo vivendo”. Già in più occasioni papa Francesco aveva affermato che “non siamo in un’epoca di cambiamento, quanto in un cambiamento d’epoca”, fenomeno amplificato dalla pandemia. “Anche affrontare questo tempo con consapevolezza significa essere testimoni e annunciatori della misericordia di Dio” osserva il Segretario del Sinodo diocesano.
E ora il cammino come prosegue? “Come accennato prima stiamo facendo sintesi delle revisioni proposte dai Circoli territoriali e dalle rielaborazioni a cura del Consiglio di presidenza. Tutto questo in funzione dell’Assemblea generale del 6 marzo che ci auguriamo di poter celebrare come da calendario, nella forma più consona alla situazione pandemica e nel rispetto delle disposizioni di sicurezza per il contenimento del coronavirus”. Un lavoro, anzi, un cammino silenzioso e paziente, “di cui tutti sono parte – conclude don Stefano -. E’ necessario tenere desta l’attenzione sul Sinodo, a partire, innanzitutto, dalla preghiera comune, ricordando che ci sono grandi attese per scelte profetiche e concrete per le nostre comunità, facendo tesoro delle esperienze vissute in questi mesi difficili, che appartengono alla nostra storia e ci chiedono di non essere sprecati, ma di essere un’occasione di crescita e di rinascita”.

Enrica Lattanzi per “Il Settimanale della Diocesi di Como”.