25 maggio a Piantedo

Incontro dei responsabili delle Commissioni Sinodali

Si è svolto a Piantedo lo scorso 25 maggio, l’incontro dei responsabili delle Commissioni Sinodali, che stanno lavorando per approntare l’Instrumentum laboris da sottoporre poi all’approvazione dell’Assemblea (la fase assembleare comincerà nel gennaio del 2020). Già dallo scorso 6 aprile sono state costituite quattro Commissioni per ciascuna delle cinque aree tematiche in cui si articola il Sinodo (comunità, famiglia, giovani, poveri, preti) per un totale di 20 commissioni. Ciascuna Commissione dovrà elaborare, entro la fine di settembre, partendo dal ricco materiale della fase di consultazione, fino a un massimo di 10 “Propositiones” sinodali che l’Assemblea dovrà poi decidere se approvare. L’incontro è servito per fare il punto sullo “stato di avanzamento” di lavori delle Commissioni, confrontarsi sulle prime prospettive emerse, e cominciare a delineare alcuni criteri comuni per omogeneizzare il futuro testo dell’Instrumentum laboris. Sono emerse così varie necessità e urgenze, per esempio le connessioni fra le diverse commissioni, onde evitare accavallamenti tematici e ripetizioni, oppure la necessità di evitare trattamenti enciclopedici dei diversi argomenti, per attenersi al tema specifico del Sinodo. (che non è “la comunità”, “la famiglia” ecc., ma “l’annuncio e la testimonianza della misericordia di Dio” nella comunità, nella famiglia, ecc.). Molte e articolate osservazioni sono provenute dalla fase della consultazione diocesana. Le Commissioni le stanno analizzando, cercando di mettere in rilievo le indicazioni positive ma anche il “non detto” della consultazione, i temi ricorrenti ma anche le “perle” di valore citate magari una volta soltanto. La convinzione è che il materiale della consultazione è certamente materiale “sinodale”, cioè voce effettiva della Chiesa popolo di Dio che riflette su di sé stessa e si verifica nella propria identità e funzionamento; nello stesso tempo, però, è evidente che tutto questo materiale non possiede di per sé valore normativo. Occorre pertanto unire fedeltà ai testi pervenuti e insieme saggezza interpretativa. Non sono emerse proposte o suggerimenti contrari al diritto canonico o alla disciplina comune della Chiesa, tuttavia le osservazioni appaiono talvolta incomplete, parziali o non sufficientemente motivate sul piano teologico, spirituale o pastorale.

Don Angelo (Settimanale, 30 maggio 2019)