Camminare insieme al tempo dell’incertezza

AFFRESCHI SINODALI/13

Affreschi sinodali (13)
Dal percorso diocesano a quello nazionale

Camminare insieme al tempo dell’incertezza

Le diocesi italiane, accolto l’invito di papa Francesco, stanno continuando il cammino sinodale, i referenti diocesani si incontreranno una seconda volta a Roma dal 13 al 15 maggio per fare il punto sui passi compiuti e offrire il frutto della loro esperienza verrà portato ai vescovi riuniti nella prossima assemblea della Cei. Anche la nostra diocesi, che sabato 21 maggio vivrà l’ultima assemblea e sabato 4 giugno (Vigilia di Pentecoste) la chiusura del Sinodo, consegnerà la sintesi della sua esperienza di ascolto e discernimento. Un gruppo di lavoro coordinato dai due referenti diocesani sta definendo un testo grazie ai contributi dei facilitatori dei Circoli territoriali e dei referenti delle Commissioni tematiche. A proposito dell’innestarsi del Sinodo diocesano nel cammino nazionale proponiamo alcuni pensieri tratti dal dossier del primo numero 2022 del trimestrale dell’Azione cattolica “Dialoghi” il cui titolo è “Camminare insieme al tempo dell’incertezza”.

Ritrovare l’essenziale – Questo tempo non è semplicemente lo scenario nel quale si dipana un percorso già precostituito e indipendente rispetto ad esso, ma entra nella comunità ecclesiale, la coinvolge e la interpella ed entra soprattutto nella comprensione del Vangelo che nel tempo “progredisce” e cresce seguendone la sinuosità accogliendone l’incertezza. Il cammino sinodale è un invito ad assumere l’incertezza, a saperla attraversare, per ritrovare in essa, attraverso un ascolto che si fa discernimento, l’essenziale della fede e la forma propria della Chiesa. Per camminare insieme nel tempo dell’incertezza”. (Introduzione al dossier)

Solo lo Spirito indica – Una Chiesa che non ha incertezze non fa sinodi perché non ha bisogno di ascoltare. Una Chiesa che ha la misura di sé stessa e della propria povertà si raduna continuamente nella consapevolezza che solo lo Spirito può indicarle la via, la verità, la vita. (Simona Segoloni, vicepresidente del Coordinamento delle teologhe italiane)

Mettersi in moto e in gioco – Il provvisorio è il tempo della grazia, tempo opportuno. E che la “dinamica del provvisorio come ci ha ricordato Frère Roger di Taizé in un libro del 1965 ancora di grande attualità, è apertura all’inedito. Alla novità dello Spirito. È il lasciarsi interrogare dalla storia, disponibilità a mettersi in moto e in gioco. Perché se il cristiano è homo viator tutta la Chiesa è pellegrina. E quelli della via (At 9,2) è il primo nome dei discepoli di Gesù. (Piero Pissarra, giornalista e già docente all’Institut Catholique di Parigi)

Non è più tempo di schemi organici – Vivere ai tempi dell’incertezza significa entrare nella logica della provvisorietà anche sotto il profilo dell’azione pastorale. Servirà assumere l’attitudine a mantenere le prassi pastorali in un carattere di adattamento permanente e la sensibilità pastorale in un atteggiamento di discernimento continuo. Forme adeguate qui e ora ma non necessariamente sempre e ovunque. Non è più tempo di schemi organici per durate stabili. Siamo nell’epoca in cui una grande fermezza profetica per non trasformarsi nel ritiro identitario di una militanza intransigente, non potrà che animare le virtù di una costante duttilità sapienziale(Giuliano Zanchi Direttore de La Rivista del Clero Italiano)

Il cuore pulsante – Non ci sarebbe ascolto di ciò che lo Spirito dice alla Chiesa se non si ascoltasse “il Popolo di Dio (il quale) partecipa alla funzione profetica di Cristo” (LG 12): qui trova il suo fondamento e la sua giustificazione la consultazione del Popolo di Dio. La certezza di aver ascoltato lo Spirito non è data però dalla consultazione in quanto tale, ma dal discernimento dei pastori chiamati a “non spegnere lo Spirito, a non disprezzare le profezie, a discernere ogni cosa, a tenere ciò che è buono” (1Ts 5,19 -21). La stretta relazione tra profezia e discernimento non solo riconosce le rispettive funzioni del Popolo di Dio e dei Pastori ma traduce in atto quella circolarità tra sensus fidei del Popolo di Dio e Magistero che sta al fondamento del dinamismo della Tradizione (cfr. DV 8). Sta qui il cuore pulsante di una Chiesa sinodale che non è tale perché “cammina insieme” ma perché è Popolo di Dio che cammina sotto la guida del Signore, avendo ascoltato e riconosciuto “ciò che lo spirito dice alla Chiesa”. (Dario Vitali docente di ecclesiologia alla Pontificia Università Gregoriana)

a cura di Paolo Bustaffa

(pubblicato sul n. 17 de “Il Settimanale della Diocesi di Como” del 28 aprile 2022)

Affreschi sinodali 13