Mercoledì 6 giugno, con l’incontro dal titolo “Il Sinodo in ascolto del Popolo di Dio”, che ha visto la presenza, accanto al vescovo Mons. Oscar Cantoni, dell’arcivescovo di Milano, Mons. Mario Delpini, è stato ufficialmente consegnato alla Chiesa di Como “lo strumento per la consultazione generale del Popolo di Dio, in vista del prossimo Sinodo diocesano, incentrato sul tema: “Testimoni e annunciatori della misericordia di Dio”. E’ lo stesso Vescovo Oscar a spiegare di cosa si tratta. «Questo testo – dice – è stato eleborato dai membri della Commissione preparatoria con generoso impegno, in un confronto appassionato e schietto, accompagnato da un vero e maturo entusiasmo. Stenza la pretesa di far prevalere la semplice opinione personale, essi l’hanno discusso e approfondito in più sedute. Hanno espresso con rispetto quanto avvertivano in coscienza come suggerito dallo Spirito Santo, aperti anche ad accogliere quanto nelle posizioni degli altri era suggerito dal medesimo Spirito “per il bene comune”».
Quali sono i prossimi passi?
«Ora lo strumento attende di essere diffuso in modo capillare nelle parrocchie e nelle varie aggregazioni laicali e di vita consacrata, dal momento che ogni battezzato ha diritto di parola nella Chiesa e di partecipare alla sua missione evangelizzatrice. Tutti potranno, quindi, intervenire con la propria esperienza di vita e così arricchire il cammino di Chiesa che sta di fronte a noi, quello verso il quale lo Spirito del Signore ci indirizza, come risposta alle sfide attuali».
Perché si è scelta questa modalità di consultazione della diocesi?
«In questo modo la collegiale responsabilità pastorale, di cui gode in virtù del Battesimo tutto il popolo di Dio (fedeli, laici, consacrati e ministri ordinati), può essere pienamente esercitata, fino a comprendere e sperimentare dal di dentro la natura stessa della Chiesa, di cui la sinodalità è dimensione costitutiva e permanente. Una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che, come afferma papa Francesco, “ascoltare è più che sentire” (EG 171). Vogliamo dunque imparare ad ascoltare innanzitutto la voce di Dio, sentire con Lui il grido del Popolo e respirarvi la sua volontà, partendo dai problemi di ogni giorno».
Lo strumento, ora, dopola presentazione è in via di distribuzione nei Vicariati e nelle parrocchie. C’è uno stile, un atteggiamento, che lei vorrebbe caratterizzasse la consultazione diocesana?
«Innanzitutto esercitiamoci in un ascolto e in un dialogo reciproco, nell’umile consapevolezza che ciascuno ha qualcosa da apprendere dagli altri, ma nello stesso tempo, ha anche esperienze di vita e suggerimenti preziosi da offrire. Tutti insieme ci sentiamo, contemporaneamente, in religioso, attento ascolto dello Spirito Santo per conoscere ciò che Egli stesso “dice alle Chiese” (Ap 2,7), attraverso la Parola di Dio che risuona nell’attualità e interpretando con gli occhi della fede i segni dei tempi. Poi non manchi la preghiera costante per il Sinodo, così che tutti si sentano coinvolti, anche i malati e le persone impossibilitate a intervenire altrimenti. C’è bisogno di sentire il grido dei poveri, che domandando alla Chiesa di farsi voce di giustizia. Occorre accogliere le voci, anche critiche, dei giovani e il desiderio delle famiglie di un nuovo slancio per essere fedeli alle esigenze del matrimonio cristiano, mentre chiedono alla Chiesa di essere sostenute e accompagnate. E’ pure indispensabile tener conto del confronto di quanti vivono sul campo l’impegno pastorale: i nostri sacerdoti, i diaconi, le persone consacrate, i catechisti e i diversi educatori».
Quale augurio vuole rivolgere alla Chiesa diocesana?
«Impegnandoci in un comune discernimento, ci eserciteremo a vivere la sinodalità, mediante una rete di relazioni umane fraterne, sperimentando, in questo modo, una vera spiritualità di comunione. Invoco per voi la benedizione del Signore. Ci accompagnino in questa “avventura dello Spirito” la Vergine Maria, madre della Misericordia e tutti i nostri santi Patroni».