Affreschi sinodali (15)
Il cammino diocesano in quello nazionale
Passi compiuti e passi da compiere
Una Chiesa sinfonica – “La comunione non è il risultato di strategie e programmi ma si edifica nell’ascolto reciproco tra fratelli e sorelle”. Si collega al cammino sinodale questo pensiero di papa Francesco nel messaggio per la 56° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra il 29 maggio. Aggiunge il Papa “Come in un coro l’unità non richiede l’uniformità, la monotonia ma la pluralità e varietà delle voci, la polifonia”. E precisa che “ogni voce del coro canta ascoltando le atre voci e in relazione all’armonia dell’insieme. Questa armonia è ideata dal compositore ma la sua realizzazione dipende dalla sinfonia di tutte singole le voci”. Un richiamo alla corresponsabilità e anche alla memoria perché “nella consapevolezza di partecipare a una comunione che ci precede e ci include possiamo riscoprire una Chiesa sinfonica…”. Nel messaggio del Papa dedicato all’ascolto come fondamento della comunicazione c’è un imprescindibile richiamo: l’armonia dell’insieme è opera dello Spirito Santo, è lui l’ideatore, il compositore, il direttore. Nel coro, dove ogni voce ascolta le altre, lo sguardo è fisso su di lui.
I limiti e la bellezza – Oltre quattro anni con una pandemia che ha “parlato” attraverso la sofferenza, la morte e una prossimità fatta di cura, tenerezza e preghiera. Anche la morte di alcuni sinodali è entrata nell’esperienza e l’ha posta di fronte alle cose ultime. Dopo la votazione assembleare di sabato 21 maggio la famiglia sinodale non si è sciolta, rimane con la consapevolezza di aver vissuto un’avventura ecclesiale che ha fatto ha fatto e farà crescere la nostra Chiesa. I limiti non sono stati taciuti, hanno interrogato, hanno reso ancor più insistente la chiamata alla conversione del cuore, hanno fatto crescere l’umiltà e la docilità allo Spirito. Nello stesso tempo è apparsa la bellezza di una Chiesa che trae dalla sua storia di santità e dal suo radicarsi nella vita del territorio le motivazioni e le risorse per attuare quelle priorità pastorali che il Vescovo indicherà. Si camminerà ancora “al ritmo della fantasia della Misericordia”. Non a caso il Vescovo ha invitato i sinodali al pellegrinaggio al Santuario di Maccio sabato 17 settembre.
In ascolto permanente – Il filo rosso che unisce le 142 proposizioni votate all’assemblea del 21 maggio è il tema del Sinodo: “Testimoni e annunciatori della Misericordia di Dio”. Non è stato necessario richiamarlo ogni volta. I Sinodali lo hanno avuto sempre presente, sono stati nelle assemblee e nei circoli territoriali per fare di “un sogno” un impegno e un percorso. Lo scetticismo che si è manifestato e che più volte è stato richiamato non è stato letto come un rifiuto e un abbandono ma come esigenza di un approfondimento, di una verifica. Lo stile sinodale si mette alla prova anche di fronte allo scetticismo, indica nell’ascolto e non nel giudizio la scelta da tenere viva e feconda. Dalle 142 proposizioni che ora sono nelle mani del vescovo è venuta la conferma che camminare insieme guidati allo Spirito significa essere uomini e donne in ascolto permanente.
Una Chiesa camper – “Dobbiamo lasciarci ferire dalle domande e vedere cosa emerge dalla raccolta dei sogni e delle critiche. Siamo chiamati ad essere una ‘Chiesa camper’ che sa muoversi e accogliere senza fissarsi sul terreno”. Così il vescovo Erio Castellucci membro del Gruppo di coordinamento del cammino sinodale delle Chiese in Italia al 2° incontro dei referenti diocesani tenutosi a Roma dal 13 al 15 maggio. Alle molte immagini si aggiunge quella della “Chiesa camper”. Si può amabilmente sorridere ma ciò che conta è l’invito che motiva l’immagine. Il cammino sinodale nazionale nel quale si è inserito anche il nostro Sinodo sarà ancora per un anno un’esperienza di ascolto. Sono state 220 le sintesi diocesane presentate (compresa la nostra) e dalle quali è stato ricavato un “testo di servizio” che ora è all’esame dell’assemblea della Cei perché possa esprimersi e offrire orientamenti. Per le diocesi che, come la nostra, hanno concluso il Sinodo non si tratta di riaprirne un altro ma di vivere uno scambio di doni. Quello dell’attuazione sarà un tempo favorevole e non mancherà l’occasione per definire tempi, metodi e coinvolgimenti.
Paolo Bustaffa
(pubblicato sul n. 21 de “Il Settimanale della Diocesi di Como” del 26 maggio 2022)