Affreschi sinodali (16)
Non una conclusione ma un nuovo inizio
Sulle mille strade di Emmaus
La rivoluzione della misericordia – “Questa celebrazione non segna, perciò, una conclusione, ma avvia un nuovo inizio, un modo di ricominciare, con uno stile nuovo, animati dallo Spirito Santo, con quello stesso stile che papa Francesco denomina “la rivoluzione della misericordia, cuore pulsante del Vangelo”. Il messaggio del nostro Vescovo arriva puntuale nel giorno, 4 giugno 2022, in cui si parla di “chiusura del Sinodo” e riprende un’espressione cara a papa Francesco: “la rivoluzione della misericordia”. Dal prezioso lavoro di cinque anni il Vescovo trarrà le priorità pastorali che indicherà tra qualche mese alla diocesi ma subito rivolge l’invito a quella “rivoluzione” che nasce dalla conversione del cuore in ascolto dello Spirito. In un tempo di incertezze, disorientamenti, di paure, la “rivoluzione” è nella tenerezza e nell’umiltà degli sguardi, dei gesti, delle parole. Come una sera sulla strada di Emmaus così oggi sulle mille strade che attraversano il mondo.
Cinque pani e due pesci – “Sono questi i nostri cinque pani e due pesci che affidiamo al Signore consegnando il Documento al Vescovo, nella certezza che ancora oggi è Cristo stesso a rispondere alle domande e alle attese del cuore dell’uomo, chiedendo la nostra povera collaborazione e la nostra grande fiducia: una fiducia che ci rende certi di essere sulla barca della Chiesa da Lui guidata anche in mezzo ad ogni tempesta e ci rende partecipi di questa traversata…”. Nell’immagine che don Stefano Cadenazzi, Segretario generale del Sinodo diocesano, consegna nel suo intervento al termine della messa di chiusura del Sinodo si racchiudono la fatica, l’umiltà e la bellezza di un percorso durato cinque anni. Accade spesso che nel linguaggio della Chiesa le immagini si accompagnino alle parole. Non abbiamo altro che cinque pani e due pesci ma con loro c’è un’immensa fiducia nel Signore che li riceve, li benedice, li rende cibo che sfama la moltitudine.
Tornano i volti – È il Vescovo a pronunciare i nomi dei sinodali defunti, li scandisce uno a uno facendo trasparire l’affetto e la gratitudine sua e di tutti i sinodali: don Renato Lanzetti, padre Luigi Zucchinelli, don Alessandro Zubiani, Emanuele Cantaluppi, Roberto Bernasconi. Ai loro si affiancano i volti della beata suor Laura Mainetti, di don Roberto Malgesini, di don Renzo Beretta, del futuro beato Giuseppe Ambrosoli, del futuro santo Giovan Battista Scalabrini. Ed è lo stesso Vescovo a interpretare la nomina a Cardinale come riconoscimento di papa Francesco a questa storia di santità. Il Sinodo, che si chiude e nello stesso tempo si apre, si può leggere come il capitolo di un libro scritto nel territorio della nostra diocesi dove ci sono altri nomi di beati e di santi, di testimoni del Vangelo. Lo ricorda anche la mostra “Sui loro passi” con un messaggio più che mai attuale. È in questa memoria di santità che il Sinodo si è posto e ora si apre al futuro.
I cantieri regionali – Concluso il Sinodo diocesano come e perché seguire il cammino sinodale delle Chiese in Italia? Non viene chiesto un prolungamento dell’impegno ma la disponibilità a uno scambio di doni. E questo si è avviato tramite i referenti diocesani che hanno seguito e stanno seguendo il percorso nazionale e hanno condiviso una prima sintesi del nostro cammino sinodale. Dall’assemblea generale della Cei (23-27 maggio 2022) è venuta una indicazione: il secondo anno del percorso (maggio 2022- maggio 2023), ancora dedicato all’ascolto, sarà a livello regionale e i “cantieri” di approfondimento e confronto saranno su tre temi: corresponsabilità e formazione degli operatori pastorali; ascolto dei “mondi” (poveri, giovani, donne, professioni, culture…); snellimento delle strutture ecclesiali. Ogni Diocesi sceglierà un quarto cantiere, sulla base di proprie valutazioni. Questo tempo coinciderà con l’inizio della fase di attuazione del nostro Sinodo e sarà bello essere in cammino con la Chiesa italiana e la Chiesa universale.
Paolo Bustaffa
(pubblicato sul n. 23 de “Il Settimanale della Diocesi di Como” del 9 giugno 2022)