Dopo l’apertura solenne del Sinodo nel mese di gennaio e la prima assemblea dei sinodali il giorno 8 febbraio, le vicende attuali hanno portato alla sospensione degli incontri sinodali, non alla sospensione del Sinodo.
In questo tempo, dentro queste circostanze, siamo chiamati ancor di più a camminare insieme come Chiesa, guidata dal Vescovo, sulla strada che Cristo ci chiama a percorrere per essere annunciatori e testimoni della misericordia. Chiamati a camminare insieme: questo è il significato del Sinodo. Il nostro impegno nel discernimento, dunque, deve portarci a riconoscere la strada che è Cristo stesso, per conformare umilmente la nostra vita a Lui e diventarne testimoni sulle strade del mondo. Prima di ogni nostro programma o progetto, prima di ogni strumento di lavoro, oggi il Signore chiede di lasciarsi raggiungere dalla sua misericordia, di contemplare il suo Mistero che è misericordia infinita, per sentirsi sempre, dentro ogni circostanza, figli amati nella loro fragilità dalla forza di un amore più grande, così da poter portare al mondo questo annuncio di vita e di speranza.
Quali possono essere, pertanto, le prospettive di lavoro sinodale? Come annunciato dal Vescovo nella lettera inviata a tutti i sinodali, proveremo ad avviare una prima riflessione attraverso una Assemblea particolare che si riunirà online il prossimo 5 giugno. Sarà un’occasione per ritrovarsi, per ascoltare le indicazioni che il nostro Pastore vorrà offrirci, per lasciarci provocare – cioè chiamare – ad una lettura della nostra realtà alla luce della Parola di Dio.
In queste settimane che precedono la convocazione, i diversi circoli territoriali e tutti i sinodali possono trovare liberamente forme di incontro e di scambio attraverso i mezzi a disposizione per confrontarsi riguardo alla lettera del Vescovo e offrire sottolineature e suggerimenti per il cammino futuro. Certo ciò che stiamo vivendo non è un tempo che potrà chiudersi come fosse una parentesi di qualche settimana o di qualche mese per poi riprendere tutto come prima. La vicenda attuale lascerà un’impronta dentro ciascuno di noi, dentro le nostre famiglie, le nostre comunità e la società intera.
La scelta fondamentale che ci attende è quella di portare la luce della Pasqua dentro la nostra realtà. Il lavoro fin qui svolto potrà sicuramente costituire un riferimento, ma ciò che il Signore chiede oggi è un passo ulteriore che aiuti la nostra Chiesa a rispondere alla Sua chiamata in questo cambiamento d’epoca, affinché i tempi che ci attendono diventino sempre più l’epoca della sua misericordia.
Don Stefano Cadenazzi, delegato per l’XI Sinodo diocesano