Assemblea sinodale italiana
I volti e i segni della profezia
Per la nostra diocesi una conferma dei passi compiuti e uno stimolo ad aprire ulteriori percorsi di testimonianza e di annuncio.
La grande e stupenda aula della basilica di San Paolo fuori le Mura può da sola raccontare la prima assemblea sinodale delle Chiese in Italia vissuta da mille delegati di tutte le diocesi dal 15 al 17 novembre.
La prima parte dell’aula, immediatamente davanti alla tomba dell’Apostolo delle Genti, dedicata alla preghiera e alla celebrazione eucaristica, la seconda parte occupata dai tavoli sinodali con i computer accesi per facilitare il confronto e la comunicazione attorno alle 17 schede per la costruzione dello strumento di lavoro della fase profetica. Nella stessa basilica due parti distinte ma non separate e in continua comunicazione. Nelle navate laterali i turisti che nell’ammirare lo splendore delle opere vedevano un’assemblea di uomini e donne e si chiedevano chi fossero e cosa facessero. Fuori oltre il chiostro, luogo di incontro tra lo spazio sacro e lo spazio sociale, fervevano i lavori per il Giubileo e scorreva il traffico della città.
Le immagini riassumono da un lato la bellezza della conversazione nello Spirito fatta di preghiera, di ascolto, di discernimento, di proposte e dall’altro l’incontro della Chiesa con il mondo con le sue domande, le sue fatiche, le sue attese. É l’immagine del Sinodo, cioè di una Chiesa che sta con l’intelligenza dell’amore nella storia.
Tra le 226 delegazioni, tante sono le diocesi italiane, c’era la delegazione comense con il vescovo Oscar, che come le altre ha condiviso i momenti di discernimento sui “Lineamenti” e le schede per giungere a uno strumento di lavoro per le diocesi e come tutte si è posta la domanda su che cosa riportare al rientro per continuare il cammino sinodale nel territorio.
Innanzitutto, cogliendo l’immagine della basilica, il messaggio più forte è quello della gioia di vedersi in sintonia con la Chiesa italiana che in questo momento del cammino sinodale sta entrando nel vivo della fase profetica che è la fase delle scelte prioritarie e condivise per testimoniare e annunciare al mondo la gioia del Risorto con i linguaggi della speranza, della fraternità, della pace.
Non si è taciuto lo scetticismo nelle sue diverse intensità e modalità di espressione, nello stesso tempo si è rinnovato l’invito ad ascoltarne e capirne le ragioni per sciogliere i nodi che ancora permangono.
La profezia è nel dire oggi che Dio è presente nella storia dell’uomo, nei volti delle persone, nelle relazioni che si tessono a partire dagli ultimi e dai lontani, nelle opere che diventano fatti di Vangelo.
I grandi temi dell’inculturazione della fede sono stati ripresi anche con un invito a riamare la fatica e la bellezza del pensare che, ricordava Paolo VI al termine del Concilio, è un dono e una responsabilità per tutti e non solo di una ristretta élite. É un pensare che ha la sua sorgente nella fede.
Si ritrovano questi temi nella relazione introduttiva di mons. Erio Castellucci presidente del Comitato Nazionale del Cammino sinodale e negli interventi del cardinale Matteo Zuppi.
Non potevano non scorrere in questo contesto le immagini delle opere segno presenti o in progetto nel nostro territorio, non potevano mancare le indicazioni del Libro sinodale e l’esperienza delle visite pastorali post-sinodali. Ci si è sentiti confermati nei passi compiuti, sostenuti nelle fatiche e nelle difficoltà, stimolati a continuare il cammino con slancio nella consapevolezza che la fatica non è un peso in più ma è un supplemento di gioia nel servizio, nel tessere relazioni tra le persone nella Chiesa e nel Mondo.
Anche la nostra diocesi riceverà tra qualche settimana le indicazioni che sono maturale e condivise nella prima assemblea sinodale e che chiederanno un contributo per la seconda assemblea sinodale nazionale che si terrà in primavera.
La nostra diocesi avrà per questo tratto di percorso da compiere, tratto di approfondimento, la bussola del Libro sinodale che non è un libro da leggere e nello stesso tempo un libro che dialoga con il lettore come un padre e una madre dialogano con i figli prima di compiere scelte importanti.
Non ci sarà il rischio di una ripetizione o di una sovrapposizione ma un’ulteriore e grande opportunità per crescere come Chiesa sinodale e missionaria, un’ulteriore occasione per offrire alle altre Chiese il nostro contributo e con altrettanta umiltà rivere il loro.
Insieme si è invitati a fare della profezia una testimonianza e un annuncio del Risorto, del Presente.
Forse è un sogno ma questo sognare, ripete papa Francesco, non è un fuggire dalla complessità: è un abitarla non con il pessimismo o con l’ottimismo di chi fischietta al buio, ma con quella speranza che lo Spirito Santo tiene accesa perché indichi la direzione e la meta del cammino. È quella speranza che non confonde e, non a caso, si accompagnerà alla profezia nell’imminente Anno Santo.
Paolo Bustaffa