Morbegno, 9 marzo 2024

Consiglio pastorale diocesano e cammino sinodale nel territorio

Sabato 9 marzo si è tenuto a Morbegno l’incontro del rinnovato Consiglio pastorale diocesano (Cpd) presieduto dal vescovo Oscar e al quale hanno partecipato, oltre ai moderatori dei Consigli pastorali vicariali, l’équipe sinodale diocesana, i due referenti diocesani per il Cammino sinodale delle Chiese in Italia e un buon numero di facilitatori dei gruppi territoriali del Sinodo diocesano.
Nell’incontro è stata presentata con particolare cura la “conversazione nello Spirito”.
Pubblichiamo l’articolo apparso sul settimanale diocesano del 20 marzo e la lettera invito che l’équipe sinodale aveva inviato ai facilitatori.
Il prossimo incontro del Cpd sarà sabato 20 aprile 2024.

 

Una mentalità che sta crescendo

Il cammino sinodale con lo stile della “conversazione nello Spirito” coinvolge sempre più il territorio. Il prossimo incontro del Vescovo con i moderatori dei consigli pastorali vicariali e dei facilitatori sinodali sarà sabato 20 aprile.

“Molto spesso siamo incapaci di capire le domande che nascono dal cuore della gente che soffre tanto, mentre le nostre risposte sono spesso inadeguate. A volta la nostra proposta cristiana può sembrare poco attraente, percepita come moralismo e non come sapienza antropologica. Occorre che spieghiamo ai nostri fratelli che vivono nei nostri ambienti perché è bello vivere così come tentiamo di vivere noi, far capire che c’è una vita che ci fa stare meglio, che l’amicizia è liberante, che ci sono comunità cristiane ancora attraenti, che prendono sul serio il Vangelo e che fanno della vita una realtà bella, umanamente coinvolgente”.

Non trovare ma essere risposta

Le parole del vescovo Oscar al Consiglio pastorale diocesano (Cpd) riunito il 9 marzo a Morbegno vanno al cuore della vita della comunità cristiana e chiedono, più che “trovare” risposte, di “essere” risposta di fiducia e di speranza per uomini e donne che vivono in un tempo di incertezze e timori.

Il richiamo è all’essenziale della vita e della fede; su questi temi il dibattito tra i partecipanti alla sessione del Cpd si sviluppa con quel realismo cristiano che è fatto di consapevolezza della complessità, ma anche di volontà di non rimanerne limitati o imprigionati.

Per questo, aggiunge il Vescovo, è importante “esercitare in modo appassionato il dono del convenire, dell’incontrarci accogliendoci a vicenda, dell’ascolto dei fratelli, permettendo a ciascuno di esprimere con libertà il suo parere, senza tuttavia pretendere che il proprio giudizio sia l’unico o il migliore. Si tratta infatti non di imporre agli altri la propria idea (sarebbe un chiaro segno di orgoglio), ma di riuscire a comprendere cosa il Signore chiede a noi tutti come Chiesa, cosa fare, come evolvere, cosa preferire, quale scelta autorevole e possibile in questo nostro tempo, perché la nostra Chiesa possa essere a servizio del mondo quale testimone e annunciatrice della misericordia di Dio”.

La conversazione nello Spirito

Al Consiglio pastorale diocesano partecipano, oltre ai moderatori dei Consigli pastorali vicariali – in attesa di quelli non ancora nominati – i membri dell’équipe sinodale istituita in sintonia con i cammini sinodali delle diocesi italiane e i due referenti diocesani per il cammino sinodale delle Chiese in Italia, che in questi anni hanno tenuto viva la comunicazione tra l’esperienza diocesana e quella nazionale. Con loro sono i “facilitatori”, che nei gruppi sinodali territoriali hanno svolto un servizio prezioso, e per questo sono stati invitati a continuarlo nella realtà del territorio.

L’ équipe sinodale presenta la “conversazione nello Spirito” e sottolinea che, dopo alcuni timori e fatiche, viene progressivamente vissuta come il “luogo” in cui nasce quella conversione pastorale che è un percorso irrinunciabile per una Chiesa sinodale, partecipata, missionaria.

Questa conversazione – si aggiunge – è da intendersi come una bella esperienza di comunicazione dove l’ascolto della Parola, il silenzio, l’ascolto delle parole altrui si intrecciano e con la guida dello Spirito Santo portano a compiere insieme scelte profetiche: le opere segno, le buone prassi. Per questo percorso ci vuole pazienza, ci vuole silenzio, ci vuole ascolto, ci vuole fiducia. La “conversazione nello Spirito” non è tempo sottratto alla concretezza, è tempo donato all’agire perché non si riduca ad affanno pastorale, perché sia risposta alle attese più profonde della persona e della comunità.

 È impegnativo ma è possibile e bello

In questo contesto il moderatore del Vicariato di Monteolimpino (Como) condivide l’esperienza della recente visita pastorale, che è stata preparata e vissuta con lo stile della “conversazione nello Spirito”. La corresponsabilità, laici e preti, si è toccata con mano ed è stata contraddistinta dal gareggiare nello stimarsi a vicenda. L’ascoltare, l’ascoltarsi, il decidere lasciando spazio allo Spirito Santo è stato motivo di gioia inattesa. Il ritrovarsi in piccoli gruppi coordinati da facilitatori laici è stato decisivo per vivere in pienezza la preparazione alla visita pastorale, la partecipazione all’assemblea vicariale e per progettare i passi futuri.

Lo scopo del Sinodo

L’équipe sinodale presenta il metodo e lo stile della “conversazione nello Spirito” avvalendosi di alcune slide raccolte in un fascicolo disponibile sul sito del sinodo diocesano: https//www.sinodo.diocesidicomo.it

Una citazione tratta dal documento preparatorio dell’assemblea sinodale universale tenuta a Roma nell’ottobre scorso riassume il senso del cammino che si sta facendo: “Ricordiamo che lo scopo del Sinodo non è produrre docu­menti, ma ‘far germogliare sogni, suscitare profezie e visio­ni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, in­trecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumi­ni le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani”.

Qui si colloca il tema scelto dalla nostra diocesi tra i cinque proposti dal cammino nazionale: “la sinodalità e la corresponsabilità”, un binomio inscindibile a guida dei passi di una comunità cristiana sul territorio.  Gli altri quattro temi (Il linguaggio e la comunicazione, la formazione alla fede e alla vita, il cambiamento delle strutture, la missione secondo lo stile della prossimità) sono declinati nel Libro sinodale e la loro attuazione sarà frutto del discernimento degli organismi di partecipazione.

Un ministero di ascolto e consiglio

In questo contesto la presentazione dello Statuto del Consiglio pastorale diocesano che risale al 2013 è l’occasione per condividere la necessità di un suo aggiornamento tenendo conto degli orientamenti offerti dal Sinodo diocesano, dal Libro sinodale, dalla stessa visita pastorale ai Vicariati.

Si tratta, sottolinea il Vescovo, di fare del Consiglio pastorale diocesano un luogo in cui “esprimere con semplicità i suggerimenti più opportuni per esercitare concretamente il vostro ministero di ascolto e di consiglio, al fine di una Chiesa, la nostra, più missionaria, ossia dotata di coraggio e franchezza per diffondere il buon profumo di Cristo dentro il nostro ambiente di vita, che ha tanto bisogno di consolazione, ma anche di manifestare con semplicità una vita nuova più fraterna, perciò più umana”.  Ecco la linea di riflessione e impegno a partire dal prossimo Consiglio pastorale diocesano che si terrà sabato 20 aprile.

Dai giovani “la dimensione profetica”

Non è mancato il riferimento ai giovani, alla necessità di pensare con loro a nuovi percorsi perché rinasca e fiorisca il dialogo tra le generazioni sui temi e sulle esperienze della fede e della vita. Questo tema sarà in cima all’agenda del Consiglio pastorale diocesano perché, ha affermato il Vescovo, “è dai giovani soprattutto che possiamo e dobbiamo ricevere quella ‘dimensione profetica’ che li caratterizza e che ci fa tanto bene riconoscere”. Viene condiviso un desiderio forte di ricostruire il dialogo tra le generazioni che per tanti motivi si è reso faticoso anche nella comunità cristiana. Si tratta di gareggiare tra giovani e adulti nell’ascoltarsi a vicenda, nell’aprire percorsi nuovi tenendo conto di ciò che si positivo già esiste, anche se un po’ troppo frammentato.

Amare “la fatica” del pensare

Infine un appello in vista delle future sessioni del Consiglio pastorale diocesano, ma anche dei Consigli pastorali territoriali: “Rileggere la Evangelii gaudium di papa Francesco, che è il documento programmatico in cui si è sviluppato tutto il suo pontificato. E in secondo luogo il testo a conclusione del nostro Sinodo, Testimoni di misericordia”.

Nelle parole del Vescovo c’è l’invito ad amare o riamare la fatica dello studiare e del pensare. C’è l’invito a vivere questa fatica non come un peso che si aggiunge ad altri, ma come un atto di amore alla Chiesa e al territorio. La preghiera, il pensiero e il gesto concreto si intrecciano e accompagnano l’annuncio del Vangelo ai crocicchi delle strade, siano esse asfaltate o digitali.

Consapevolezza e mentalità

Un’annotazione finale: il Consiglio pastorale diocesano, come le visite pastorali ai Vicariati – sono quattro quelle fino a oggi vissute -, confermano che la mentalità sinodale non spunta dal nulla, non cresce in un terreno arido.

La nostra diocesi, nella sua storia remota come in quella recente, ha compiuto fatti di Vangelo che formano l’humus, il terreno fertile perché anche oggi possano fiorire scelte profetiche. Lo sguardo sinodale non cancella le fatiche, le perplessità, le difficoltà, ma non si ritrae e da esse trae motivi per una testimonianza ancor più viva e credibile della Misericordia. È questa la consapevolezza del Consiglio pastorale diocesano del 9 marzo, è questa la consapevolezza che sta crescendo nel cammino sinodale delle parrocchie, delle comunità pastorali, dei vicariati, delle aggregazioni laicali. Per questa crescita è importante il ruolo della comunicazione, valorizzando ad esempio gli strumenti, a partire dal Settimanale diocesano, e le relazioni tra persone e comunità che sono sul territorio.

Paolo Bustaffa